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Un Labrador per Comunicare

Il Labrador è un cane energico e voglioso di compiacere l’essere umano, non parte prevenuto verso la disabilità e si relaziona con le persone in maniera festosa e gioiosa. 

Le potenzialità riabilitative e comunicative di un labrador retriever e, più in generale di un cane adeguatamente preparato, su un target di pazienti con problematiche comunicative e motorie, mi sono state subito evidenti quando ho iniziato a coniugare la mia professione di Fisioterapista, con la mia specializzazione in I.A.A. (Interventi Assistiti con gli Animali)

Il Labrador è un cane energico e voglioso di compiacere l’essere umano, soprattutto quando ben allevato e selezionato: non parte prevenuto verso la disabilità e si relaziona con le persone in maniera festosa e gioiosa. Io lo definisco la “chiave universale della comunicazione”: allevandoli, ne conosco bene temperamento e docilità.

La comunicazione è alla base di qualsiasi intervento riabilitativo: provate a mettetervi, ad esempio, nei panni di un ragazzo con diagnosi di autismo, che non riesce a comunicare con il canonico “verbale”, che non ha un aggancio visivo ma che comunica con il suo canale…

Durante la seduta di T.A.A. (Terapia Assistita con gli Animali), sfrutto il canale comunicativo tra labrador e paziente (fruitore), per promuovere l’esecuzione di movimenti volontari e finalistici, che in un normale setting riabilitativo non riuscirei ad ottenere. Inoltre, trasponendo successivamente la richiesta riabilitativa in un contesto di gruppo con più ragazzi, lavoro per potenziare collaborazione e rispetto dei tempi d’attesa.

Un esempio pratico riabilitativo: andatura sulle punte su un ragazzo autistico con conseguente retrazione del tendine d’Achille.

L’iter riabilitativo prevede la mobilizzazione passiva del piede e la rieducazione al passo, possibilmente davanti ad uno specchio. Quest’intervento non sempre è sempre possibile da eseguire, sia per un gap comunicativo, sia perché il ragazzo non ha il piacere nè di farsi manipolare/toccare, nè di stare attento durante la seduta riabilitativa.

Inserire questo tipo di riabilitazione in un progetto di intervento assistito con animali, lo rende più coinvolgente, facilita la comunicazione e lo porta su un piano più ludico.

Ad esempio, mentre il fisioterapista manipola il piede, il ragazzo può fare un riporto con il cane da seduto. Oppure, la rieducazione al passo può avvenire con una semplice conduzione al guinzaglio. O ancora, tutti gli esercizi di coordinazione motoria potrebbero essere proposti all’interno di un percorso di agilità a due, ricco di stimoli vestibolari.

Tante possibilità percorribili solo grazie a loro: i miei labrador. Vorrei chiedervi di soffermare la vostra attenzione sull’aspetto comunicativo: solo avendo al mio fianco questi cani, posso eseguire metodiche riabilitative su alcuni ragazzi disabili.

Loro arrivano dove io non posso, comunicando al mio posto.

Loro possono. Comunicano meglio.

Pietro Alessio Pollari

Resp. DAA Sud Italia