Unità Cinofile da Soccorso – Inquadramento e Prospettive
Precedenti articoli pubblicati hanno dato notizia della nascita del N.O.R. (Nucleo Operativo Ricerca), progetto di grande utilità sociale, motivato dall’esigenza organizzativa del settore oltre che dal bisogno di rendere omogenea la preparazione delle unità cinofile al fine di certificarne l’operatività, l’attitudine, l’equilibrio e il grado di preparazione del binomio.
Il presente contributo è volto a cercare di fare chiarezza su quest’ultimo aspetto e cioè la “certificazione” dell’operatività delle unità cinofile da soccorso (di seguito anche “U.C.S.”) nel panorama nazionale.
Si rende subito necessaria una premessa importante: non esistono fonti di Legislazione nazionale di riferimento e, parimenti, in ambito comunitario sono rinvenibili alcune decisioni (ad esempio le n. 762/2014, 481/2010) che fanno riferimento alle Unità Cinofile da Soccorso, dando per scontate la loro esistenza e ruolo, senza tuttavia richiamare criteri di certificazione e formazione delle stesse.
Ambito di approfondimento:
La presente disamina è poi riferita alle Unità Cinofile da Soccorso “volontarie”, mentre non riguarda le U.C.S. inserite nelle Forze Armate e Forze dell’Ordine, stante la necessaria qualifica del conduttore, che deve essere inquadrato ed in forza nell’organico di riferimento.
Giusto per completezza, le unità cinofile all’interno delle Forze dell’Ordine e Forze Armate sono così identificate, in via sintetica:
La posizione del Comitato Nazionale del volontariato di Protezione Civile e degli Enti facenti parte delle Commissioni componenti il Comitato:
La Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile (di seguito “Consulta”) è stata abrogata con il DPCM dell’11.7.2019 e sostituita dall’attuale Comitato Nazionale del volontariato di Protezione Civile (di seguito “Comitato”).
Da quanto testualmente riportato nel sito (consultabile al seguente link https://volontariato.protezionecivile.gov.it/it/comitato-nazionale ) il Comitato – che svolge la sua attività a titolo gratuito e dura in carica tre anni – è composto da due commissioni: una commissione nazionale, composta da un volontario rappresentante per ognuno dei soggetti iscritti nell’elenco centrale del volontariato, e una commissione territoriale, composta da un volontario rappresentante dei soggetti iscritti in ciascuno degli elenchi territoriali del volontariato. Si legge, ancora: Il Comitato garantisce la partecipazione del volontariato organizzato al Servizio Nazionale della Protezione Civile, svolge compiti consultivi di ricerca, approfondimento e confronto su temi relativi a promozione, formazione e sviluppo del volontariato organizzato di protezione civile promuovendo al contempo il raccordo con le altre componenti e strutture operative.
Esprime, inoltre, parere in merito alle direttive proposte dal Capo del Dipartimento in materia di volontariato.
Sempre nel sito è reperibile l’elenco dei soggetti facenti parti delle due Commissioni di cui sopra. Scorrendo l’elenco degli enti, emerge una grande disomogeneità di settori e diffusione territoriale degli iscritti nell’elenco centrale del volontariato, che rende difficile pensare ad una formazione e conoscenza omogenea ed estesa ad argomenti specialistici (quale quello della competenza in ambito cinotecnico e cinofilo), talchè è verosimile che le linee guida siano demandate ai membri aventi conoscenze specifiche in materia.
Probabilmente per questa ragione, nel redigere il documento del dicembre 2012 “Spunti e proposte per elevare gli standard qualitativi delle unità cinofile volontarie” (di seguito “documento Spunti”, reperibile al seguente link https://volontariato.protezionecivile.it/static/8351073841db38102b64110e93297748/Documento_cinofilo_definitivo.pdf ) la Consulta si era ampiamente riportata al Regolamento Operativo ENCI (più precisamente, quest’ultimo aveva rilasciato nel 2006 – con successivi aggiornamenti – i seguenti Regolamenti: i) per l’abilitazione delle unità cinofile da impiegare per la ricerca di persone disperse in superficie; ii) per l’abilitazione delle unità cinofile da impiegare in Protezione civile; iii) per l’abilitazione delle unità cinofile da impiegare per la ricerca di persone travolte da macerie; iv) per l’abilitazione delle unità cinofile da impiegare per il salvataggio e soccorso in acqua).
Ad oggi, il “documento Spunti” del dicembre 2012 non è stato aggiornato o modificato (è tuttora presente nel sito del “nuovo” Comitato), mentre ENCI ha emanato un documento successivo, in vigore dal 1.9.2019 denominato “Prova Propedeutica e Regolamento Nazionale per l’abilitazione di Unità Cinofile da soccorso Superficie – Macerie – Discriminazione Olfattiva – Acqua” (di seguito “Regolamento ENCI”), approvato dal Consiglio Direttivo di ENCI il 24.4.2019 (reperibile al link https://www.enci.it/media/7222/prova-propedeutica-e-regolamento-operativo-nazionale-abilitazione-unità-cinofile-da-soccorso.pdf ).
Da una lettura del documento, si possono evincere alcune modifiche /integrazioni rispetto a quanto riportato del documento Spunti, che – pertanto – non è più totalmente in linea con quanto oggi regolamentato da Enci. Ad esempio, nel Regolamento ENCI sono previsti due livelli di prove (Propedeutica e Operativa), sono indicati criteri di valutazione e punteggi diversi da quelli contenuti nel documento Spunti, diverse sono anche le età minime dei cani (nel documento Spunti 24 mesi, nel Regolamento ENCI 14 mesi per Prova Propedeutica e 20 per Prova Operativa).
Interessante è la lettura delle Premesse generali del Regolamento ENCI, dove vengono elencate le “condizioni” per poter svolgere le prove di abilitazione ENCI, che “valutano le attitudini, l’equilibrio e il grado di addestramento (nella specialità richiesta) del cane per poter essere inserito a operare nei gruppi di Protezione Civile.“ (art. 1.1).
Tra queste: “Il Conduttore deve essere iscritto a un Ente/Associazione di Volontariato di Protezione Civile, e regolarmente certificato dal proprio Presidente” (art. 1.2), “Il Conduttore deve essere socio ENCI con tessera in corso di validità (art. 1.3).
Inoltre, all’art. 1.7 viene stabilito che “Per accedere alla Prova Operativa superficie, discriminazione olfattiva, macerie, acqua, l’Unità Cinofila deve aver superato una prova Propedeutica o una prova IPO/R, indipendentemente F- FL-T-W di qualsiasi livello, giudicata da Esperti Giudici ENCI di cani da soccorso.”, laddove la Prova Propedeutica è disciplinata dallo stesso Regolamento ENCI, mentre la prova IPO/R fa riferimento al Regolamento Internazionale d’esame per cani da soccorsi della FCI e dell’IRO, di cui è reperibile, sul sito ENCI il testo tradotto in italiano, con validità dal 1.1.2019 (con l’avvertenza che fa comunque fede, in caso di dubbi interpretativi, la lingua tedesca – si veda il link https://www.enci.it/media/6987/regolamento-ipo-r-2019.pdf ).
Letta la prefazione del Regolamento IPO/R (“Questo regolamento d’esame vale per tutti i club membri / associazioni della FCI e dell’IRO. Dovrebbe essere una piattaforma mondiale per le organizzazioni operative di ricerca come base per l’addestramento dei cani da soccorso.“) ci si potrebbe chiedere come coordinare il Regolamento ENCI del 24.4.2019 con il Regolamento IPO-R (valido dal 1.1.2019) ed in particolare con la Prova Propedeutica, posta quale alternativa alla prova IPO-R, ma non è questa la sede.
Tornando invece al “documento Spunti”, lo stesso ha come finalità (dichiarata a pag. 2 ultimo capoverso) quella di valorizzare e garantire standard di preparazione delle unità cinofile di soccorso in ambito di volontariato, stigmatizzando nel contempo il rischio che unità cinofile “autorganizzate” e non adeguatamente formate possa abbassare lo standard qualitativo delle unità stesse.
Per espressa dichiarazione, i contenuti nel documento Spunti (pag 3 dello stesso) “rappresentano criteri unitari adottati dalle Associazioni facenti parte della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile per la formazione e l’impiego delle unità cinofile negli interventi in emergenza a carattere nazionale.”
Stante l’ampio richiamo ai criteri dettati da ENCI, pare plausibile, anche se non ancora adottata dal Comitato Nazionale del Volontariato di Protezione Civile, un’interpretazione che aggiorni i contenuti del documento Spunti con il nuovo Regolamento ENCI del 2019.
Allo stesso tempo, nel Regolamento ENCI del 2019 si fa espresso riferimento alla Protezione Civile, già nelle Premesse (“Le prove di abilitazione ENCI valutano le attitudini, l’equilibrio e il grado di addestramento (nella specialità richiesta) del cane per poter essere inserito a operare nei gruppi di Protezione Civile; Il Conduttore deve essere iscritto a un Ente/Associazione di Volontariato di Protezione Civile, e regolarmente certificato dal proprio Presidente. Spetta alle Associazioni di Protezione Civile inserire l’unità cinofila a operare negli interventi di soccorso.”), a conferma della sinergia ENCI – Protezione Civile.
Si dovrebbe quindi ritenere che gli Enti iscritti nell’elenco della Commissione nazionale, per la formazione e “certificazione” delle proprie unità cinofile utilizzino/debbano utilizzare i criteri del documento Spunti (eventualmente da aggiornare con il più recente Regolamento ENCI del 2019).
Dall’esame della documentazione messa a disposizione dai siti di alcuni di tali Enti si può constatare quanto segue:
La Commissione Territoriale del Comitato fa riferimento alle singole Regioni, nell’ambito delle quali le Delegazioni (Regionali per la Protezione Civile) hanno adottato o possono comunque adottare specifici Regolamenti per disciplinare l’abilitazione delle Unità Cinofile da Soccorso, da impiegare per la ricerca delle persone disperse. Si vedano – ad esempio – Regolamento Emilia Romagna (https://bur.regione.emilia-romagna.it/bur/area-bollettini/giugno-periodico-parte-seconda-1a-quindicina-1/approvazione-del-regolamento-per-labilitazione-di-unita-cinofile-da-soccorso-ucs-e-del-corso-di-specializzazione-per-volontari-cinofili-di-protezione-civile.-prima-parte-del-sistema-formativo-delle-ucs/all.a.dd2010174.pdf) e Regolamento Umbria (https://www.regione.umbria.it/documents/18/704709/DGR+935-19.Allegato.pdf/23d65bfc-2ecb-4cd3-be0d-c26de5f980e0 ).
La posizione delle EPS in ambito cinofilo:
In assenza di un quadro normativo e di riferimento “certo”, anche le EPS operanti in cinofilia hanno rilasciato documenti in argomento.
Senza entrare eccessivamente nel dettaglio, solo a titolo di esempio si indicano di seguito alcuni link:
La posizione di alcune ASD:
Da ultimo, si segnala che da una ricerca sul web si è potuto verificare che varie ASD propongono “corsi di formazione” per acquisire titoli /competenze come Unita Cinofile da Soccorso.
Quanto proposto è altamente variegato, sia come requisiti, che come criteri di formazione e struttura di corsi, precisando tuttavia che solo alcune ASD richiamano i criteri di formazione del Regolamento ENCI presupponendo poi che le Unità Cinofile debbano sostenere la prova del Regolamento ENCI, mentre altre offrono percorsi semplicistici e con prove “auto-regolamentate”.
In conclusione:
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