La cecità rappresenta una condizione debilitante sia per gli esseri umani che per i cani, con impatti spesso significativi sulla qualità della vita.
” La percezione della disabilità non è intrinseca alla condizione del soggetto, ma dipende dall’osservatore e dalla prospettiva con cui viene guardata: un approccio che incoraggi l’inclusione e la promozione di una maggiore consapevolezza verso le abilità del soggetto disabile, sottolineando la diversità come un valore, migliorerà la qualità della vita e garantirà il rispetto della dignità individuale. “
Anatomia e Fisiologia dell’Organo Visivo
Tanto nell’uomo che nel cane, l’apparato visivo è caratterizzato dalla presenza di strutture anatomiche e fisiologiche simili, come la cornea, l’iride, il cristallino e la retina. L’analisi della morfologia dell’occhio rivela notevoli convergenze nella disposizione e nella funzione di queste strutture, fornendo una base anatomica comune per le possibili cause di cecità.
L’occhio umano ha una struttura sferica, con una cornea trasparente che permette alluce di penetrare all’interno dell’occhio. Il cristallino, dietro la cornea, si adatta per la messa a fuoco delle immagini sulla retina. L’occhio del cane ha una forma più globulare, contribuendo alla sua visione periferica più ampia. La cornea è più piatta rispetto a quella umana, e il cristallino ha una forma più allungata.
Gli esseri umani hanno un campo visivo binoculare, con una notevole sovrapposizione tra i campi visivi dei due occhi, consentendo una visione tridimensionale. I cani, pur avendo un’ampia visione periferica, hanno una sovrapposizione binoculare più limitata rispetto agli esseri umani. La loro visione è ottimizzata per il rilevamento di movimenti e oggetti in movimento.
Gli occhi umani contengono bastoncelli e coni nella retina. I coni sono responsabili della visione dettagliata e del riconoscimento dei colori. I cani hanno una maggiore densità di bastoncelli rispetto ai coni, indicando una maggiore sensibilità alla luce e una visione notturna superiore rispetto agli esseri umani. Tuttavia, la loro percezione dei colori è limitata rispetto a quella umana.
I cani hanno una membrana nictitante, che agisce come una sorta di “terza palpebra” per proteggere gli occhi da detriti e agenti atmosferici. Gli esseri umani, invece, non hanno la terza palpebra.
Gli esseri umani hanno una visione notturna limitata a causa della predominanza dei coni, che richiedono più luce per funzionare in modo ottimale. I cani sono noti per la loro eccellente visione notturna grazie alla presenza di una maggiore quantità di bastoncelli nella retina, consentendo loro di percepire meglio la luce in condizioni di scarsa illuminazione.
Gli esseri umani hanno una maggiore concentrazione di ghiandole lacrimali, contribuendo alla produzione di lacrime in quantità significativa. I cani hanno ghiandole lacrimali meno concentrate, il che spesso si traduce in una minore produzione di lacrime e può contribuire a problemi oculari come la secchezza.
Comprendere queste differenze anatomiche è fondamentale per fornire un’adeguata cura sia agli esseri umani che ai cani, specialmente quando si affrontano condizioni patologiche specifiche.
Patologie Congenite e Genetiche
Entrambe le specie sono suscettibili a condizioni ereditarie e genetiche che possono compromettere la funzione visiva. Nel cane, ad esempio, la displasia della retina rappresenta un’anomalia genetica associata a molte razze canine. Questa condizione trova parallelismi nelle malattie genetiche dell’occhio umano, sottolineando la condivisione di determinati meccanismi molecolari nella manifestazione di tali patologie.
Malattie Infiammatorie e Degenerative
Le malattie infiammatorie, come la congiuntivite, e quelle degenerative, come la cataratta, possono colpire sia gli esseri umani che i cani. L’analisi molecolare delle vie infiammatorie coinvolte e dei processi degenerativi rivela sovraintese molecolari e meccanismi patologici simili, suggerendo possibili analogie nelle strategie terapeutiche.
Traumi e Lesioni
Eventi traumatici, come lesioni o colpi, possono portare a danni irreparabili all’organo visivo sia negli esseri umani che nei cani. L’identificazione delle vie molecolari coinvolte nella risposta infiammatoria e nella riparazione tissutale può rivelare strategie terapeutiche condivise per migliorare il recupero visivo in entrambe le specie.
L’approccio alla cecità
L’approccio alla cecità nelle persone e nei cani varia notevolmente a causa delle differenze nella percezione, nell’adattabilità e nelle strategie di compensazione.
Consapevolezza e Comprensione
– Gli esseri umani, essendo consapevoli del concetto di cecità e dotati di un linguaggio complesso, possono esprimere le proprie esperienze e affrontare emotivamente la perdita della vista. Possono cercare supporto psicologico e sociale per affrontare la cecità.
– I cani, non avendo la consapevolezza concettuale della cecità, reagiscono principalmente attraverso l’adattamento comportamentale. Possono manifestare segni di confusione iniziale e richiedono un periodo di adattamento per sviluppare nuove abilità sensoriali e affinare il loro senso di orientamento.
Adattamento e Sviluppo di Altre Abilità
– Le persone con cecità spesso sviluppano abilità compensative notevoli, come l’uso del sistema Braille, l’orientamento acustico e l’abilità di muoversi autonomamente. L’addestramento svolge un ruolo cruciale nell’acquisizione di tali abilità.
– I cani affetti da cecità sviluppano abilità sensoriali più acute, come l’uso avanzato dell’olfatto e dell’udito, per compensare la perdita della vista. Possono imparare nuove vie e memorizzare l’ambiente attraverso l’uso intensivo degli altri sensi.
Assistenza Tecnologica
– Le persone con cecità possono utilizzare tecnologie assistive avanzate, come lettori di schermo, guide vocali e dispositivi Braille, per facilitare la comunicazione, la lettura e la navigazione.
– I cani possono beneficiare di percorsi educativi specifici con il supporto di istruttori adeguatamente formati: il tecnico per cani specialmente abili è in grado di guidare e supportare la famiglia nella comprensione delle esigenze di questi cani e di insegnare ai proprietari come comunicare correttamente con un cane cieco in ogni circostanza e situazione.
Supporto Sociale
Le persone con cecità possono ricevere un ampio supporto sociale, inclusi servizi di orientamento e mobilità, guide canine e comunità di supporto.
I cani affetti da cecità dipendono notevolmente dal supporto e dalla guida dei loro proprietari. Un percorso mirato può facilitare l’interazione con l’ambiente circostante.
Accettazione Emotiva
– Gli esseri umani affrontano la cecità attraverso processi di accettazione emotiva, spesso supportati da reti sociali, familiari e servizi di supporto psicologico.
– I cani, non essendo consapevoli della cecità, adattano alla loro condizioni sia lo stato emotivo che i comportamenti e, con il giusto supporto del proprietario, sviluppano nuove routine in cui applicare le nuove abilità acquisite.
Quando il soggetto disabile, umano o animale, viene considerato principalmente attraverso la lente della sua disabilità, il rischio è l’isolamento sociale del soggetto stesso, considerato diverso e non indipendente, impedendogli di fatto la possibilità di sperimentare una vita piena e soddisfacente.
La percezione della disabilità non è intrinseca alla condizione del soggetto, ma dipende dall’osservatore e dalla prospettiva con cui viene guardata: un approccio che incoraggi l’inclusione e la promozione di una maggiore consapevolezza verso le abilità del soggetto disabile, sottolineando la diversità come un valore, migliorerà la qualità della vita e garantirà il rispetto della dignità individuale.
Articolo realizzato da Manuela Pintore, Referente Lombardia Dipartimento Etico Specialmente Abili Opes Cinofilia
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